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I corrispettivi del bar interno del circolo culturale sono soggetti a tassazione

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Fisco

I corrispettivi del bar interno del circolo culturale sono soggetti a tassazione

giovedì, 19 luglio 2018

Come ha stabilito l’Ordinanza della Corte di Cassazione n. 15475 del 13 giugno 2018, l’attività di gestione di un bar, con somministrazione di bevande e alimenti, all’interno dei locali di un circolo culturale ricreativo, anche se effettuata nei confronti dei soli associati verso pagamento di corrispettivi specifici, non rientra in alcun modo tra le finalità istituzionali dell’ente e deve quindi ritenersi attività di natura commerciale.

Scritto da: Fiaccola Luigi

La pronuncia dell’Alta Corte scaturisce da una controversia innescata dall’Agenzia delle entrate che ha notificato un avviso di accertamento per il recupero dell’IRPEF dovuta in seguito alla contestazione di un maggior reddito “imputato a un contribuente per la partecipazione a una società di fatto”.

Tale maggior reddito è stato accertato nei confronti di un socio fondatore di un circolo ricreativo in conseguenza del mancato riconoscimento della qualifica di “ente non commerciale” del circolo medesimo. Il mancato riconoscimento è stato determinato dall’acclarata prevalenza della gestione di un’attività di bar all’interno della sede del circolo.

Di tutt’altro parere, il contribuente ha proposto ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale e, in seguito alla pronuncia sfavorevole, appello presso la competente Commissione Tributaria Regionale (CTR). 

La CTR, accogliendo le argomentazioni del contribuente appellante, ha giudicato che la decadenza dalla qualifica di ente non commerciale doveva ritenersi esclusa principalmente per il fatto che la Polizia municipale non avesse rinvenuto nel locale terzi estranei all’associazione in almeno una delle serate in cui aveva effettuato l’accesso; pertanto le somministrazioni erogate dal bar ai soci dovevano considerarsi “non commerciali”, in quanto direttamente connesse con le finalità istituzionali del circolo.

Avverso tale sentenza, l’Agenzia delle entrate ha proposto ricorso alla Cassazione, eccependo, altresì, l’omessa valutazione di “elementi di prova rilevabili dai verbali della Polizia municipale, in cui emergeva chiaramente che il circolo esercitasse principalmente l’attività di gestione di un bar”. Secondo l’Agenzia ricorrente tale circostanza sarebbe stata sufficiente, di per sé, a escludere la non commercialità dell’ente, sebbene il servizio fosse stato svolto esclusivamente a beneficio dei soci.

La pronuncia della Cassazione

La Cassazione, come abbiamo già accennato, ha accolto il ricorso dell’Agenzia e rinviato ad altro giudice della CTR “per il riesame della controversia e la ...

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