Il decreto n. 101/2018 di adeguamento dell’ordinamento italiano al regolamento europeo in materia di trattamento dati personali è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di ieri, 04 Settembre 2018, ed entrerà in vigore il prossimo 19 Settembre.
Si chiude così il farraginoso e complicato iter di discussione di questa norma, iniziata con la legge di delegazione n. 17 entrata in vigore il 21 novembre 2017. Abbandonata, infatti, l’idea dell’iniziale intera abrogazione del Decreto Legislativo n. 196/2003 (Codice Privacy), avanzata dalla Commissione Finocchiaro, il Consiglio dei Ministri del 21 marzo 2018, ha convenuto, lo ricordiamo, di procedere con una novella del vecchio codice. Novella che di certo ha portato tante novità in materia di trattamento dati personali, ma che purtroppo solleva anche molte questioni, prima fra tutte la necessità di conciliare, nel contesto di un quadro normativo generale, ma unico, diverse norme tra di loro:
- il GDPR a livello europeo, attorno al quale le norme nazionali gravitano;
- le disposizioni che restano in vigore del vecchio Codice Privacy;
- le nuove disposizioni dell’odierno decreto n. 101;
- il decreto n. 51/2018 di adeguamento della direttiva sulla cybersecurity;
- senza dimenticare la presenza di norme nazionali in materia di trattamento dati personali in ambiti specifici;
- i codici deontologici a suo tempo emanati e le linee guida offerte dal Garante.
La novella, pertanto, in assenza di norme di coordinamento, rischia, soprattutto in questa fase iniziale, di minare le esigenze di certezza giuridica che l’interprete cerca quando tali norme devono poi essere applicate ai casi concreti.
Un lavoro complesso e lungo attende da oggi gli interpreti, ma anche il Garante, al quale lo stesso decreto n. 101 rimanda in più occasioni, affidandogli il ruolo, non solo di custode del rispetto delle norme, ma anche di traduttore della disciplina normativa nella concreta applicazione ...