L’innovativo istituto, introdotto dal Legislatore italiano con il D.Lgs. n. 151/2015 ma già esistente in diversi casi di contrattazione aziendale precedenti, sta finalmente prendendo piede, per offrire una risposta a quei lavoratori che, in particolari periodi della vita, possano trovarsi ad avere bisogno di assentarsi dal lavoro per affrontare alcune problematiche di salute dei loro familiari: sostanzialmente l’idea è quella di far scattare un meccanismo di solidarietà tra colleghi, permettendo ad alcuni dipendenti, su base volontaria, di cedere una quota parte di ferie e permessi di loro spettanza ad altri lavoratori in difficoltà personali.
I vincoli e le opportunità nell’applicazione dell’istituto
Il D.Lgs. n. 151/2015, entrato in vigore dal 24 settembre 2015, in attuazione del Jobs Act, all’art. 24 dispone:
Fermi restando i diritti di cui al D.Lgs. 8 aprile 2003, n. 66, i lavoratori possono cedere a titolo gratuito i riposi e le ferie da loro maturati ai lavoratori dipendenti dallo stesso datore di lavoro, al fine di consentire a questi ultimi di assistere i figli minori che per le particolari condizioni di salute necessitano di cure costanti, nella misura, alle condizioni e secondo le modalità stabilite dai contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale applicabili al rapporto di lavoro.
Pertanto, la cessione di ferie e riposi è consentita, fermi restando i diritti previsti dalla Legge in materia di orario di lavoro. Le ferie ed i riposi dei lavoratori sono diritti costituzionalmente garantiti ed irrinunciabili. In concreto, quindi, non potrà essere devoluto verso il collega in difficoltà il periodo annuale di ferie retribuite minimo legale (quattro settimane) e i giorni minimi di riposo sanciti dal D.Lgs. n. 66/2003, con riferimento sia al riposo giornaliero che settimanale (il lavoratore ha diritto ad ...