I compensi spettanti all’amministratore di Srl unipersonale che sia anche socio, rientrano tra i componenti negativi di reddito e pertanto sono deducibili dalla società al momento dell’erogazione e tassati in capo all’amministratore secondo quanto disposto dal comma 5 dell’articolo 95 del TUIR.
Questo è quanto in definitiva è stato precisato in occasione della risposta fornita dalla VI Commissione Finanze della Camera e resa nota, a seguito dell’interrogazione parlamentare n. 5-03471, il 5 febbraio 2020.
La questione è stata aperta con l’intenzione di chiarire come debba essere interpretato l’art. 95 del TUIR con riferimento al suo ambito di applicazione in tema di spese per prestazioni di lavoro, ossia si è chiesto se tale disposizione possa essere letta come applicabile a tutte le tipologie societarie, comprese le società a responsabilità limitata unipersonali.
I dubbi sono nati a causa dell’interpretazione restrittiva adottata dall’Agenzia delle Entrate che, in diverse occasioni, ha contestato la deducibilità del compenso corrisposto all’amministratore unico e socio unico, nelle S.r.l. unipersonali anche nei casi in cui tale compenso è risultato inerente e di importo congruo, ma anche a motivo delle pronunce giurisprudenziali spesso in contrasto sull’argomento.
Nella sua risposta, la Commissione ha precisato che le SRL unipersonali sono ricomprese tra i soggetti IRES e pertanto non rientrano nella disciplina di cui all’articolo 60 del TUIR che si applica invece ai soggetti imprenditori. Pertanto, in capo al percettore, tali somme sono soggette ad imposizione in quanto, sebbene lo stesso sia contestualmente amministratore - socio, non si applicano le disposizioni di cui al comma 1 dell’articolo 8, del TUIR, riferibili ai soli imprenditori individuali.
Resta, in ogni caso, fermo il potere dell’Agenzia delle Entrate di accertare, in sede di verifica, se la situazione concreta rientri o meno nel quadro giuridico interpretativo chiarito ...