Il fatto
Un condominio sito in Roma presentava un apposito ricorso per chiedere la declaratoria dell’illegittimità del silenzio formatosi sull’istanza inviata via pec da un Condominio in merito alla richiesta di acquisire copia di tutti gli atti e provvedimenti di natura commerciale adottati in merito all’autorizzazione dell’attività di un supermercato all’interno dei locali presenti al piano terra del predetto Condominio, di quelli adottati per autorizzare la realizzazione dello stallo per carico e scarico delle merci, di quelli adottati per la realizzazione dell’impianto di refrigerazione e climatizzazione del suddetto supermercato, ivi comprese le eventuali rilevazioni circa la propagazione del rumore nell'ambiente circostante, nonché per ottenere l’annullamento di una nota mediante la quale un Municipio del Comune di Roma aveva respinto la domanda di accesso ai titoli edilizi rilasciati in favore della società esercitante la menzionata attività commerciale.
Concludeva il Condominio per la condanna dei diversi enti al rilascio degli atti oggetto della apposita domanda di accesso.
Si costituiva il Comune di Roma chiedendo la reiezione del gravame.
Il Tribunale Amministrativo Regionale adito ritiene il ricorso fondato in considerazione delle seguenti ragioni di diritto.
Osservazioni
Fulcro dell’intera vicenda è l’esame della doglianza di un Condominio, che si collega alla richiesta di esercitare le prerogative di cui all’art. 22, l. 241/1990 in tema di diritto di accesso ai documenti amministrativi.
Relativamente all’impugnazione di un titolo autorizzatorio edilizio, il Consiglio di Stato ha evidenziato che è necessario per il giudice accertare la sussistenza tanto della legittimazione, quanto dell’interesse al ricorso e che il mero criterio della vicinitas, utile ai fini della individuazione della legittimazione, non sia sufficiente da solo a dimostrare anche la sussistenza dell’interesse al ricorso, da intendersi quale ...