Innalzato in sede di conversione in legge del D.L. n. 50/2022, per le annualità 2022-2023, il credito d’imposta riconosciuto alle sale cinematografiche e quello in favore delle imprese produttrici di fonogrammi e di videogrammi musicali e per chi organizza spettacoli dal vivo.
L’articolo 23 del D.L. n. 50/2022 è intervenuto sull’articolo 18 della legge n. 220/2016 che riconosceva, in origine, un credito d’imposta pari al 20% degli incassi derivanti dalla programmazione di opere, anche aventi le caratteristiche di documentario, effettuata con modalità tali da accrescere la fruizione da parte del pubblico secondo le disposizioni stabilite dal decreto attuativo.
Più in dettaglio, l'iniziale modifica del decreto Aiuti aveva portato, per l’annualità 2022 e 2023, l’agevolazione fiscale fino al 40% dei costi di funzionamento delle sale cinematografiche, nel rispetto delle regole attuative dettate dal decreto interministeriale 15 marzo 2018, calcolando l’agevolazione però non più sugli incassi derivanti dalla programmazione delle opere audiovisive, ma sui costi di funzionamento delle sale cinematografiche.
Con la legge di conversione del “decreto Aiuti” (legge n. 91/2022), il tax credit per le sale cinematografiche è stato ulteriormente incrementato:
- al 60% per le piccole e medie imprese;
- al 40% per le grandi;
- mentre è stato innalzato al 60% il credito d’imposta riconosciuto per le spese di realizzazione o ristrutturazione delle sale in favore dei gestori delle piccole e medie sale cinematografiche.
Inoltre, l’importo massimo nei tre anni d’imposta del tax credit previsto in favore delle imprese produttrici di fonogrammi e di videogrammi musicali e per quelle che si occupano di organizzare spettacoli dal vivo, è salito a 1,2 milioni di euro a fronte della soglia massima precedente fissata a 800000 euro.
In sede di conversione in legge del D.L. n. 50/2022 si è intervenuti anche su un altro tax credit, si tratta dell’agevolazione prevista dall’articolo 17 della legge n. 220/2016 che riconosce un credito d’imposta alle imprese di esercizio cinematografico con riferimento alle spese sostenute per:
- la realizzazione di nuove sale;
- il riutilizzo di sale inattive;
- la ristrutturazione e l’adeguamento strutturale e tecnologico delle sale;
- l’installazione, la ristrutturazione, il rinnovo di impianti, apparecchiature, arredi e servizi accessori delle sale.
Tale agevolazione, inizialmente individuata tra il 20% e il 40% delle spese indicate innanzi, grazie all’inserimento del comma 1-bis all’articolo 23 del D.L. n. 50/2022, viene portata, in favore delle piccole e medie imprese, nella misura massima del 60% delle spese sostenute nel biennio 2022-2023.
Siffatta misura aveva già subito modifiche. Era rimasta infatti bloccata nel 2016; con il Decreto Agosto, è stata riattivata a decorrere dal 2021 (articolo 80, comma 6-bis, lettera a), Dl 104/2020), mentre il Decreto Ristori, con il comma 4-bis dell’articolo 5, l’ha ulteriormente corretta.
Il decreto interministeriale del 13 agosto 2021, individua le modalità attuative per fruire dell’agevolazione prevista per il settore musicale; in dettaglio tale decreto prescrive le categorie di spesa agevolabili, le soglie massime per singola registrazione fonografica o videografica, i criteri di verifica e accertamento delle spese effettivamente sostenute; le procedure per l’ammissione delle spese al credito d’imposta e per il suo riconoscimento e successiva fruizione; le procedure di recupero nei casi di utilizzo illegittimo del bonus; le modalità per garantire il rispetto del limite massimo di spesa.
Si rammenta che le misure di agevolazione per il settore cinematografico sono utilizzabili esclusivamente in compensazione e per esse non si applica il limite annuale di 250mila euro (articolo 1, comma 53, legge 244/2007); sono crediti cedibili agli intermediari finanziari, bancari e assicurativi, i quali possono fruirne anch’essi solo in compensazione.