I contributi da versare all’Enpap, Ente di previdenza degli psicologi, ammontano al 10% del reddito professionale netto, al 2% del volume di affari, e una piccola quota per la maternità. In dettaglio la situazione si presenta nel modo seguente.
- Contributo soggettivo. Corrisponde al 10% del reddito netto, con un minimo di 780 euro. Se si vuole aumentare la pensione si può sceglierei scegliere – anno per anno in occasione della presentazione della comunicazione reddituale – di aumentare la percentuale del 10%, con incrementi in unità di punto percentuale (11%, 12%, 13% ecc.) fino all’aliquota massima del 20%. Questo contributo, interamente deducibile ai fini fiscali, viene accreditato sulla posizione personale in uno con i rendimenti che verranno attribuiti.
- Contributo integrativo. Corrisponde al 2% del corrispettivo lordo con un minimo di 60 euro; esso serve per finanziare le spese di funzionamento dell’Enpap e per garantire alcuni servizi, come l’assistenza sanitaria integrativa e l’indennità di malattia o infortunio.
- Contributo di maternità. Corrisponde a una quota fissa per finanziare l’indennità di maternità delle iscritte che diventano madri. Per il 2018 è stabilita in 105 euro.
In alcuni casi viene ridotto il contributo soggettivo minimo di 780 euro. Possono chiedere:
- la riduzione la 390 euro gli iscritti che:
- nel corso dell’anno hanno svolto attività di lavoro dipendente (anche part-time) contemporaneamente all’attività libero professionale;
- sono ultra cinquantasettenni pensionati di altro ente di previdenza obbligatoria;
- hanno già la pensione Enpap;
- si sono trovati per almeno sei mesi nel corso dell’anno in condizione d’inattività professionale per inabilità dovuta a malattia;
- la riduzione a 260 euro, gli iscritti all’Enpap complessivamente da non oltre 3 anni e hanno l’età anagrafica che non supera i 35 anni;
- la riduzione a 156 euro gli iscritti che nel corso dell’anno hanno conseguito un reddito netto professionale inferiore a euro 1.560 euro.