La PEC diventa un sistema di recapito elettronico certificato qualificato, conforme ai principi e ai requisiti richiesti da eIDAS e potrà essere validamente utilizzata in tutta l’Unione Europea, dando valore probatorio allo scambio dei messaggi.
Con la pubblicazione del nuovo standard ETSI EN 319 532-4, la posta elettronica certificata italiana diventa infatti un sistema interoperabile qualificato a livello europeo per lo scambio di informazioni ed è considerata conforme al Regolamento eIDAS, perchè basata sull’utilizzo del protocollo di trasporto REM.
Ad annunciarlo è Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale che assieme ai Gestori di Posta Elettronica Certificata, riuniti in AssoCertificatori, informano sulla positiva conclusione del processo di definizione e pubblicazione del nuovo standard ETSI (European Telecommunications Standards Institute), l’organismo internazionale che indica gli standard tecnici nel settore delle telecomunicazioni.
Cosa significa questo nel concreto?
Significa che la PEC potrà essere utilizzata anche a livello europeo come strumento giuridicamente valido per la trasmissione di informazioni, in quanto mediante il nuovo standard, consente di garantire certezza sulle identità dei possessori di un indirizzo di posta elettronica certificata, ovunque risiedano nella UE, sull’integrità del contenuto nonché su data e ora d’invio e ricezione dei messaggi. Secondo l'art. 43 comma 2 Regolamento n. 910/2014 - e-IDAS, infatti, i dati inviati e ricevuti mediante un servizio elettronico di recapito certificato qualificato godono della presunzione di integrità dei dati, dell’invio di tali dati da parte del mittente identificato, della loro ricezione da parte del destinatario identificato e di accuratezza della data e dell’ora dell’invio e della ricezione indicate dal servizio elettronico di recapito certificato qualificato.
Lo scambio di messaggi via PEC, anche a livello internazionale, grazie al nuovo standard, pertanto, acquisirà valore probatorio certo.
Prima dell’ingresso del nuovo standard ETSI, alla PEC italiana mancava un tassello per essere inquadrata come servizio elettronico di recapito certificato qualificato. Il Regolamento e-IDAS, infatti, richiede ai sistemi di trasmissione delle informazioni elettroniche, la garanzia dell’identificazione del destinatario prima della trasmissione dei dati e anche un alto livello di sicurezza nell’identificazione del mittente.
Il nuovo standard ETSI individua gli elementi chiave di un’interfaccia tecnologica condivisa (CSI - Common Service Interface) e utilizza il protocollo REM (Registered Electronic Mail), tenendo conto dei requisiti dettati da e-IDAS, necessari affinchè un sistema di trasmissione di messaggistica elettronica come la pec possa essere classificato come servizio elettronico certificato qualificato ossia un “servizio che consente la trasmissione di dati fra terzi per via elettronica e fornisce prove relative al trattamento dei dati trasmessi, fra cui prove dell’avvenuto invio e dell’avvenuta ricezione dei dati, e protegge i dati trasmessi dal rischio di perdita, furto danni o di modifiche non autorizzate” (Regolamento e-IDAS - Regolamento UE 910/2014), garantendo l'integrità dei dati.
In questo modo, come dichiarato da AGID, si consente finalmente il dialogo certo e sicuro tra i Gestori di servizi di recapito qualificato e, di conseguenza, anche quello tra cittadini e imprese e enti governativi degli Stati Membri.
L’iter di approvazione
Il processo di lavoro è stato avviato nel 2019 da AgID con la creazione di un gruppo di lavoro nazionale finalizzato proprio a trasformare la PEC in servizio di recapito elettronico certificato qualificato basato su protocollo REM, nel rispetto dei requisiti indicati dal Regolamento e-IDAS.
Al progetto hanno collaborato tutti i gestori di PEC e la stessa AssoCertificatori e vi hanno contribuito diverse figure professionali, nel ruolo di massimi esperti della materia. La necessità ravvisata di aggiornare lo standard ETSI del 2019 - fondamentale per allineare la PEC ai requisiti richiesti da e-IDAS per renderla interoperabile a livello europeo - ha consentito di raggiungere questo importante traguardo attraverso un dialogo costruttivo con la stessa ETSI.
Nel 2020, il gruppo di lavoro si è ampliato agli altri Stati Membri, grazie all’impegno dell’Italia. A gennaio 2021, sono stati definiti i requisiti minimi da rispettare ai fini dell’interoperabilità europea, che, sulla base dei test condotti insieme a ETSI, ha portato al relativo riallineamento dello standard e alla conclusione dell’iter di approvazione definitivo.
Prossimi passi: far migrare tutti gli indirizzi PEC attivi verso il nuovo standard. E non sarà roba da poco, considerando che alla fine del 2021, risultavano attive in Italia ben 13 milioni e 900 mila caselle PEC.